LA RICOMPENSA di Pina Tufo

 Preghiera e vita

Dio, nella sua infinita misericordia, ci ricompensa facendoci assaporare il Cielo e il frutto della speranza di godere per sempre il suo Regno eterno.

 

LA RICOMPENSA  

  di Pina Tufo

 ( articolo estratto dalla Rivista del RnS del numero di marzo 2017 )

Cibo, acqua, sonno, gelato, cioccolata, sono alcuni dei bisogni fisiologici primari e secondari che ci procurano piacere attraverso l’attivazione di aree cerebrali e il rilascio di specifici neurotrasmettitori.

Ma anche il sentirsi amati, abbracciati o perdonati da qualcuno genera la dopamina, una molecola che contribuisce al benessere fisico. Attraverso la preghiera, che ci relaziona con un Dio fonte di salvezza e di vita eterna, possiamo fare esperienza degli effetti positivi che essa produce su di noi sia a livello fisico che psichico.

 

Perché la preghiera fa bene!

La pratica di una preghiera costante, incessante che osserviamo nei testimoni della fede, come nella vita dei santi, ci dice che inevitabilmente la preghiera conduce a una nuova visione di sé e produce la gioia incontenibile della presenza di Dio e il desiderio struggente di condividerla con gli altri. Per esempio, santa Faustina scrive nel suo Diario «Oh quale grande felicità proviene alla mia anima dalla conoscenza di Dio, della vita di Dio. Desidero dividere questa felicità con tutti gli uomini, non posso tener chiusa tale felicità solo nel mio cuore, poiché i suoi raggi mi infiammano e mi fanno scoppiare il petto e le viscere».

Nella nostra quotidianità non deve esserci solo un tipo di preghiera; nel Rinnovamento, per esempio, il connubio “preghiera comunitaria e preghiera personale” dovrebbe ormai essere una costante.

Recita il vangelo di Matteo «Quando preghi entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» (cf Mt 6, 6). Qui c’è l’invito a lasciarsi scrutare da Dio in profondità e a pregare nel segreto. Ho inteso il termine “segreto” come riferito al luogo, isolato dagli altri, dove nessuno sa che stai pregando o come stai pregando. Ma mi piace pensare che “segreto” sia anche un attributo della preghiera: pregare in segreto, senza sapere il contenuto della tua stessa preghiera, senza sapere cosa chiedere perché non conosci la volontà del Signore, né la verità della tua vita. Solo Dio conosce il segreto del tuo cuore ed entra in esso. Un’illuminazione può far cadere il velo, oppure, come spesso succede, si può restare nel buio e nel mistero.

Preghiera: abbandono di pensieri per abbracciare la Grazia

È sorprendente come una nuova luce sulla propria vita possa arrivare quando si prega nel segreto! Può capitare di scoprire, come a santa Teresa d’Avila, che stai perdendo tempo nei salotti, che i tuoi pensieri sono superficiali e che non sei stato chiamato per intrattenere qualcuno, bensì per rendere gloria a Dio e dare la tua vita per i tuoi fratelli e per te stesso!

Oppure, può accadere che la preghiera sia oscura come quella di cui parlava san Giovanni della Croce alle sorelle di clausura, aiutandole nell’ascesi. La preghiera si spoglia dei pensieri, dei sensi, della stessa volontà e lascia che operi la grazia, così come vuole Dio, senza alcuna pretesa. E in tal momento l’anima gode della tranquillità e della pace dello Spirito, in quanto è priva dell’alterazione e del turbamento originato dai pensieri e dai ricordi. Quante volte il maligno o la concupiscenza ci tengono arroccati a noi stessi, alle conseguenze dei nostri ricordi e delle esperienze passate, o alle nostre abitudini; talvolta, la tentazione ci suggestiona immettendoci in circuiti di paura che incatenano il nostro cammino, oppure ci induce a essere protagonisti e a cercare l’approvazione altrui a tutti i costi. E la preghiera, sia comunitaria che personale, non è esente da dinamiche distorte come queste.

Invece, ripete san Giovanni della Croce, dalle rinunzie e dall’oblio di tutte le cose, l’anima si dispone a ricevere la mozione e l’insegnamento dello Spirito.

La piena accoglienza dello spirito di preghiera è rinnegamento di se stessi, abbandono cieco; non s’interroga Dio sulla sua opera salvifica, ma ci si fida ciecamente concedendogli di abitarci nel silenzio e nella quiete. La sospensione dei pensieri è il “sì” totale di Maria che non osò interrogarsi, ma credette. “Ti rendo lode, Padre, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno”.

Il frutto della speranza: la vita eterna

Cosa straordinaria, però, è che qualunque sia la tua preghiera, Dio ti dona sempre la ricompensa, purché tu ti sia prostrato adorando lui solo. Ecco perché la preghiera fa bene! Per la ricompensa che riceviamo: la tenerezza di un Padre che ti scruta nel segreto e ti dona la conoscenza: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano» (1 Cor 2, 9). Così pure quando ti sembra di essere stato invano dinnanzi a Lui, lo Spirito ha inondato il tuo corpo prostrato a terra che grida «Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?» (cf Mt 27,46). Che profonda solitudine, ma quanto purificante è tale preghiera! Così avviene anche negli stati di grave sofferenza, quando l’offerta è un atto privo di parole: una preghiera muta, attonita incapace di percepire il sangue salvifico di Cristo che rigenera la carne… talvolta solo dopo molto tempo ci si accorge di aver ricevuto il balsamo della consolazione.

Che ben vengano gli effetti biologici e lo stato di benessere sul nostro corpo, ma ciò che più conta per un cristiano è dare gloria a Dio e accogliere la promessa della salvezza e della vita eterna.

Ecco cosa differenzia il cristianesimo dalle altre filosofie e nuove religioni che imperversano nella cultura occidentale, che hanno come scopo principale la ricerca del benessere psicofisico della persona. Come si può confondere la meditazione cristiana tesa a dare gloria a Dio, con altre di tipo sincretistico che pongono l’uomo e il suo benessere al centro?

Dio, nella sua infinita misericordia ci ricompensa della nostra lode facendoci assaporare il Cielo e dandoci la speranza di godere per sempre nella beatitudine il suo Regno eterno! Altro che “dopamina”! Grazie Signore!

BOX – La preghiera: fonte di benessere e di positività

Nella parte centrale del nostro cervello c’è l’area limbica, denominata “sistema della ricompensa”. È in quest’area che si producono i neurotrasmettitori del piacere, come la dopamina e la serotonina. Stimoli vari, come buone relazioni, stare insieme in armonia, l’essere amati, oltre a quelli più arcaici e fisiologici, come la fame, la sete, il sonno, quando soddisfatti, producono un aumento di queste molecole che ci fanno stare bene. Il piacere prodotto può essere a breve termine, come mangiare un pezzo di cioccolata, usare droghe (in quest’ultimo caso vi sono, come è noto, gravi conseguenze), oppure a lungo termine e funzionale per la nostra vita, come l’essere amati, accolti, perdonati. Da ciò si comprende come la preghiera, che consente di intessere una relazione d’amore con Dio, produca i suoi effetti nel sistema di gratificazione cerebrale con un conseguente stato di benessere, nonché, come emerge dagli studi di neuroscienze, un‘influenza positiva sul sistema immunitario.