SINTESI CONVEGNO 2014

Sintesi Convegno 2014
ASSOCIAZIONE TERAPISTI CATTOLICI

RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO
29° CONVEGNO NAZIONALE

“La tua fede ti ha salvata, va in pace” (Lc 8, 48)

 

L’identità e la missione di ATC, formata da operatori sanitari che appartengono al Rinnovamento nello Spirito Santo è di farsi strumento e di consacrare il lavoro in questo campo al Signore, fatto con “Competenza e Compassione”.
Questa consapevolezza ma soprattutto quella che vi sono molte persone sofferenti che necessitano di una guarigione e/o di una liberazione ha portato anche quest’anno ad organizzare questo Convegno, per provare a dare una risposta a questa necessità.
A “servire” questa esperienza di guarigione interiore sono stati Suor Roberta Vinerba, francescana e autrice di libri sull’affettività, la sessualità, la politica e membro di ATC , Maria Tortonese membro del Consiglio Nazionale del Rinnovamento e delegata per il Ministero dell’ intercessione, Padre Fernando Sulpizi, consigliere spirituale dell’Associazione e sacerdote esorcista e la Presidente, il Segretario e gli iscritti di ATC.
Giovedì 25/09 è iniziato il seminario con la catechesi fondativa: “ La storia della salvezza è una questione di sguardi”, iniziata con la bellissima immagine di Maria ed i suoi occhi “sgranati” e profondi di fronte alle meraviglie di Dio, dipinta dall’artista Rupnik e intitolata “Maria con il gomitolo”. “Guardate a Lui e sarete raggianti”

Tutto inizia, dice Suor Roberta, con lo sguardo di Dio benedicente sulla creazione e continua a guardarti ancora oggi “ in estasi” dicendo:” Sei veramente venuto bene, sei un prodigio”. Dio è un “corteggiatore” che non si stanca mai di noi anche se la nostra vita è spesso una vita di chi non vuole alzare lo sguardo a Lui o di chi come Giobbe gli dice di distogliere lo sguardo per permettergli di “respirare” almeno per un attimo. Facciamo fatica a guardare Dio e a sentire il suo sguardo perché siamo feriti e peccatori e perché come per Adamo ed Eva dopo il peccato originale, è uno sguardo che fa paura.
La prima sessione, nello stesso giorno, “Guarire le radici della vita” ha iniziato a renderci consapevoli che Gesù è venuto a liberarci dalla radice che genera il peccato e che ci chiede di esporGli le nostre aree “ammuffite”. Gesù non è venuto a liberarci dai peccati ma dal Peccato, cioè dalla radice che genera i peccati perché vuole fare di noi dei “lottatori” . Ci sono delle radici della nostra vita che hanno sempre bisogno di essere arieggiate e di essere esposte all’azione sanante dello Spirito che contrasta l’azione di Satana che vuole far marcire queste radici.
Dio ha deciso che ognuno di noi sia e nel silenzio ha pronunciato il nostro nome sin dall ‘eternità a immagine di Gesù : “grazie Padre perché mi hai fatto ad immagine di Gesù” e allora Dio ti vede ed esulta per la tua bellezza che neppure gli angeli possono mirare perché solo l’uomo e la donna sono ad immagine del Verbo, perché il Verbo ha scelto di diventare uomo che è più nobile di ogni creatura angelica.
Questa è la nostra nobiltà che dice che saremo molto di più di quello che ora siamo, perché nessuno di noi è frutto del caso, indipendentemente dal modo in cui siamo stati concepiti sia che siamo nati dall’amore dei genitori o ad esempio da una violenza sessuale.

Quando comincio io ?
Quell’embrione iniziale (allo stato di zigote) è visibile solo allo sguardo di Dio.
L’immagine già citata di “Maria con il gomitolo” e che riprende un ‘antichissima tradizione della Chiesa adesso perduta, è li’ a ricordarci che come Gesù in Maria anche noi siamo stati intessuti nel grembo di nostra madre. Maria tesse il Verbo e Gesù ha il Dna di Maria, è stato nutrito dai suoi tessuti umani. Dall ‘ “eccomi” di Maria è nata la fecondazione di Gesù e Lui stesso ha assunto i tratti anche somatici di colei che l’ha portato in grembo e quindi Dio è sceso al punto che ha scelto d’ intessersi con il sangue e le viscere di una ragazza che gli ha detto sì e Dio fa lo stesso con noi: s’ intesse con noi perché noi usciamo dalla “gioia traboccante di Dio”.

Questo gomitolo ha iniziato a srotolarsi nell’utero di nostra madre : chiediamo al Signore di liberarci da ogni spirito di menzogna affinchè possa Egli sanare le radici della nostra vita riconducendoci alle sorgenti del nostro inizio e ringraziando il Signore perché siamo stati creati: “grazie per la mia vita perché è bene che io esista”. Qualunque sia stato il nostro concepimento o la nostra gravidanza benediciamo Dio perché
“Se anche una madre si dimenticherà del proprio figlio, io non ti dimenticherò mai” . Lasciamo che l’acqua dello Spirito lavi ogni nostra impurità fisica, psichica e spirituale. Ti lodo Signore perché “mi hai fatto come un prodigio”.

Venerdì 26 : Seconda sessione : Ciascuno nasce dallo sguardo degli altri .Il perdono ai genitori.

Ogni volta che qualcuno ci guarda ci “delimita” e ognuno si adegua al perimetro che gli altri hanno delimitato per te, se invece entri in una stanza e sei accolto dai il meglio di te.
Lo sguardo dei nostri genitori è fondamentale ( se ci delimita o meno) per la nostra identità. Come siamo stati guardati dai nostri genitori ? Le donne creano la loro identità attraverso il modo con cui il padre guardava la madre mentre l’uomo si specchia direttamente negli occhi del padre.
Accettiamo di guardare i nostri genitori come li guarda Dio perché in ogni caso i nostri genitori hanno fatto il meglio che potevano. Finchè continuiamo ad accusare i nostri genitori dei nostri fallimenti, facciamo il gioco del maligno. Entriamo invece nel terreno difficile ma molto bello della misericordia.
Dio ama me come ama i nostri genitori.
Entriamo nella Sacra Famiglia di Nazareth: come due giovani che si amavano con un amore che ha retto alle intemperie di una storia unica. Ricostruiamo dentro di noi la Sacra Famiglia: sei tra le braccia di Maria e custodito da Giuseppe, il loro sguardo sta liberando alcune persone da una delimitazione troppo angusta della nostra vita. Perdoniamo nostro padre e nostra madre per come ci hanno guardato perché hanno fatto quello che potevano , perché non sapevano quello che facevano e perché ci hanno dato la vita.
Benediciamo i nostri genitori : “sii benedetto papà, sii benedetta mamma” “nel nome di Gesù sia sciolto ogni legame di rancore con mio padre e con mia madre” , per la preghiera dei Santi e per la preghiera di Giuseppe e Maria e sia sciolta ogni maledizione nel nome di Gesù perché Lui ha vinto e vincerà ancora.

Venerdì 26. Terza sessione : Guarire le ferite dell’amore tradito

Gesù aveva condiviso con 12 amici tutta la sua vita e Pietro, Giacomo e Giovanni erano i più intimi.
Quando Gesù è sulla Croce non vede Pietro e nessuno degli altri apostoli tranne Giovanni.
L’amore tradito lacera il cuore come il tradimento coniugale o quello del miglior amico o amica o quello di chi ha riposto la fiducia in un sacerdote o nei fratelli o sorelle di comunità, nei colleghi di lavoro (mobbing, molestie sul lavoro, licenziamento ingiusto).
Proviamo a identificarci con Colui che è stato tradito ed è stato l’ unico giusto.
Il Signore ci pone davanti le persone che dobbiamo e vogliamo perdonare: proviamo a posizionarci sulla Croce di Gesù, siamo innalzati sulla Croce, il momento in cui abbiamo sentito l’umiliazione.
Chiediamo la grazia di abbassare gli occhi e di vedere chi sta ai piedi della nostra croce, qualcuno non vede nessuno e allora guarda il vuoto di chi avrebbe dovuto esserci: “Padre perdonali o perdonalo/a”.
Abbraccia chi ti ha ferito se è un coniuge lo chiamerai amore mio o se è un amico/a ,sorella o fratello mia e segna queste persone con una croce sulla fronte .
“T’ho perdonato , grazie t’ho perdonato e nel mistero di Dio siamo liberi”.

Sabato 27.Quarta sessione : La tua fede ti ha salvata.Và in pace

Gesù è il nostro “padrone” perché ci ha comprato a caro prezzo.

L’emorroissa con grande coraggio riesce a toccare il mantello di Gesù, e viene guarita subito. Gesù le dice :”La tua fede ti ha salvato”.
Anche per ognuno di noi c’è una parte di vita che stiamo perdendo come il sangue dell’ emorroissa, c’è qualcosa che ci tiene lontano dalla comunità degli uomini o della Chiesa come la solitudine o perché siamo stati traditi, perché abbiamo perso il lavoro etc. Siamo l’emorroissa perché anche noi siamo peccatori perché abbiamo in noi la ferita del peccato originale ci fa dire “voglio fare il bene e mi ritrovo sempre a fare il male” e per questo siamo impuri se non tocchiamo il mantello di Gesù.
Dove sto perdendo sangue? Dov’è la mia impurità ?
“Voglio attraversare la folla per arrivare a Te , voglio portare a Te quanto è in me”. Lui aspetta che Lo tocchiamo come l’ emorroissa perché vogliamo ricevere l’amore di Gesù e allora diciamo l’eccomi , toccando il lembo per essere guarito
“Ti benedico Signore perché hai permesso anche la prova e la sofferenza” e Dio è un Padre buono perché educa anche attraverso il dolore e dal chicco di grano caduto in terra, morto e resuscitato, siamo guariti e Lui ci sta facendo suoi testimoni: “grazie perché hai scelto noi, grazie perché hai chiuso il canale della morte come il getto di sangue dell’emorroissa”.

Sabato 27 .Quinta sessione: Lasciarsi guardare da Gesù:

In questa sessione Gesù s’ immerge con tutta la sua tenerezza nelle nostre piaghe.
Giuda, apostolo scelto da Dio e fratello nostro, si è lasciato andare all’opera di Satana che può agire anche in noi se non stiamo attenti.
Dio non si vede, non ci dà da mangiare, non ci dà i “denari”, ma dove la coscienza non è tranquilla anche possedere il denaro diventa un tormento e Giuda getta il denaro ricevuto per il suo tradimento.
Il più grande dei suoi peccati non è quello di vendere Cristo ma è quello di disperare perché anche Pietro ha tradito e rinnegato Gesù ma l’ha guardato , si è messo a piangere e il Signore lo ha perdonato ed è diventato il vicario di Cristo.
Così gli apostoli che hanno rinnegato il Signore sono stati perdonati da Lui ed anche Giuda se si fosse pentito sarebbe stato perdonato.
Due croci : quella di Gesù e quella dell’albero dove Giuda si è impiccato. Il Signore lo ha chiamato amico mentre lui lo tradiva con il bacio e ha sentito che il Signore gli voleva ancora bene e forse è entrato anche lui con Gesù nel paradiso insieme ai due ladroni per la misericordia di Dio.
Giuda si è pentito ma invece di tornare dal maestro torna dagli uomini che lo trattano nel modo che conosciamo.

Pietro in alcuni momenti vuol essere “davanti” al maestro come noi quando vogliamo piegare la volontà di Dio alla nostra. Quando vede Gesù, percosso e ridotto come “qualcuno davanti al quale ci si copre la faccia”, Pietro dice : “io quest’uomo non lo riconosco, in tre anni, così non l ‘ ho mai visto”.
Così per noi in certe situazioni della vita : non riconosciamo Gesù, come per le situazioni di grande sofferenza nelle quali pensiamo che il Signore sia proprio “inescusabile”, ma bisogna anche passare per la rabbia verso il Signore per comprendere la Croce di Gesù, perché così comprendiamo che Dio non è l’assicurazione contro le malattie e quello che mi accade di brutto. “Prego, prego ed il Signore non fa nulla”..
Quando il Signore guarda Pietro , lui si ricorda le parole di Gesù “Prima che il gallo canti..” e uscito fuori piange amaramente. Lo sgomento di Pietro è quello di chi si sente “stanato” dall’amore di Gesù che lo fa scoppiare in un pianto che contiene in sé l’abisso dell‘amore di Dio ed il senso del peccato e sembra dire: “proprio me ami così ?”
Lasciamoci guardare così come siamo, dall’amore di Gesù con tutte le “delusioni” che abbiamo ricevuto da Lui, perché scopriamo in noi qualcosa che non avremmo mai voluto essere, qualunque cosa, l’affidiamo con la pace a Gesù, invocando il Suo nome, lasciando che gli occhi di Gesù si posino su tutto quello che facciamo fatica a perdonare a noi stessi, invocando la sua pace sulle nostre ferite e su quelle dei sensi di colpa e dei rimorsi.
“Tu che sei il Re , hai poggiato il tuo sguardo su di me” peccatore e mi restituisci la vita.

Sabato 27.Sesta sessione: Il Paradiso: né lutto né lamento né affanno.

Perché si muore ?
Il dolore che proviamo per la persona non deve “trattenere” la persona presso di noi , dobbiamo consegnare questa persona al Signore perché vive in Cristo.
Non cerchiamo di avere legami con questa persona se non in Dio per riacquistare la nostra libertà.
Il Paradiso è il luogo dove non ci saranno più addii, né lutto né morte né lamento né affanno e Dio asciugherà le lacrime da ognuno.
Coloro che “sono andati avanti” (nella casa del Padre) hanno aperto gli occhi alla Gerusalemme Celeste, chiediamo perciò allo Spirito Santo di entrare con pace nel saluto ai nostri cari defunti che è necessario consegnare a Gesù sapendo che tutti vivono in Lui: segniamo la persona cara con il segno della Croce chiamandola per nome e lasciamola partire verso Gesù.
Tra 100 anni tutti saremo morti ma vivi in Gesù.
Far celebrare la S.Messa per la nostra “buona morte”. La Chiesa fa pregare: “ da morte subitanea scampami Signore” perché la morte è l’appuntamento più importante della nostra vita alla quale vogliamo andare nel modo migliore, preparandoci.
Guardiamo in faccia la paura della morte, perché come dice il profeta Isaia:” Io vedo un popolo in piedi”, perché “Cristo ha aperto il varco”, la morte è reale ma è più reale la vittoria di Cristo.
“Signore Gesù che hai vinto la morte che sei andato a prepararmi un posto che tornerai a prendermi perché sia anch’ io dove sei tu là dove non c’ è più lamento né lutto nè affanno, là dove le cose vecchie passeranno, la dove è stato ucciso per sempre il faraone, io ti chiedo oggi..la grazia della buona morte , tornami a prendere quando sarò pronto…non sia sconvolto nel lasciare questa terra…mi fido di Te, ti aspetto..ti prego di salvare la nostra anima, io ti aspetto, vieni signore Gesù ..non tener conto domani quando vacillero’…per intercessione di Maria la donna del paradiso”..Ave o maria..