Francesco Valori un grande amico di Gesù crocifisso
Nato il 02/04/1936 a Vastogirardi (IS); scuola primaria e secondaria nelle Marche; laureato in medicina a Perugia; sposa Maria Gabriella Romagnoli.
Medico condotto a Morrovalle e in altri centri; specializzazione in neuropsichiatria a Modena; lavoro nell’ospedale psichiatrico di Macerata e in altri ospedali del maceratese: stimato libero professionista. Invitato da un’assistente sociale ad accompagnare i malati dell’Unitalsi, trova a Fatima il grande dono della fede, che segna profondamente la seconda parte della sua vita. Nascono tre figli, Nazareno, Alfonso e Andrea, che nel giugno 2009 gli dà la grande gioia di vederlo consacrato sacerdote nella Fraternità francescana di Casa Betania( BA)
E’ morto il primo luglio del 2010 con il conforto di tutta la sua famiglia accanto.
IL RICORDO DEI FIGLI
Ciò che le nostre mani hanno toccato e ciò che i nostri occhi hanno visto! Così San Giovanni inizia nel parlare della sua esperienza con Gesù, così anche non vorremmo iniziare nel raccontare nostro padre. Anche i nostri occhi hanno visto e le nostre mani abbracciato la grazia di Dio in nostro padre.
Egli prima della conversione era un giovane medico pieno di sicurezza nei suoi mezzi, con lo scetticismo che un ambiente di derivazione comunista poteva instaurare in una persona riguardo al rapporto con Dio. Eppure si verificarono eventi che lo segnarono: un viaggio a Fatima e l’incontro con due frati.
A Fatima andò in modo svogliato ma rimase colpito dalla sofferenza gioiosa che quei malati portavano sui loro volti tanto da pensar; ”Ma perché loro sono felici ed io no?”. Da quel momento iniziò a cambiare perché capì che quella gioia poteva venire solo da Dio e cominciò a conoscerlo e ad amarlo. Poi l’incontro con un frate cappuccino p. Pancrazio Nicola Gaudioso e un Padre Passionista p. Alberto Pierangioli che colpirono nostro padre per la serenità e la dolcezza che i loro occhi sprizzavano e ne rimase quasi come folgorato. Da lì in poi la vita di nostro padre cambiò radicalmente perché non erano più le sue doti umane a dargli sicurezza e successo, soprattutto per la sua professione di medico psichiatra, ma era la grazia di Dio che lo ispirava e conduceva.
E’ stato un buon padre per noi, ha sempre messo al primo posto la sua famiglia, si è sempre sacrificato per i propri figli. Per prima cosa ci ha insegnato la strada del Signore fin da piccoli, lo ringraziamo per tutti i consigli che ci ha dato. Ha affrontato la malattia nel silenzio e nella preghiera: ha nascosto a noi tutti quello che lui sapeva fin dall’inizio (in quanto medico), ha tenuto tutto dentro di se, solo sulle sue spalle per evitare che la famiglia cadesse nello sconforto. Non un lamento è uscito dalla sua bocca ma solo preghiere, fino all’ultimo momento con in mano il crocefisso della sua consacrazione a Gesù Crocifisso che ha voluto con sé nella bara. Dio ha operato un miracolo perché è entrato nella vita di un uomo cambiandola e riempiendola di bellezza, e questa bellezza ha avuto ed ha il colore della speranza, la quale egli cercava sempre di iniettare nelle persone che incontrava. Grazie babbo per averci insegnato che Dio è amore e per questo amore vale la pena di vivere.
Un grande Amico di Cristo Crocifisso.
Ho conosciuto Francesco nel 1978 presso il p. Pancrazio Gaudioso cappuccino a Civitanova Alta. Poco dopo mi chiese di aiutarlo ad iniziare il primo gruppo del RNS a Macerata, con un corso di catechesi, che tenni per diverse settimane ad un gruppo di fedeli di Macerata. Quando nel 1989 nacque il MLP “Amici di Gesù Crocifisso”vi aderì quasi subito il 21-1-1991, insieme a Gabriella. Il 28-2-1992 partecipò alla fondazione della prima Fraternità degli AGC a Macerata e ne fu il coordinatore fino al 2004. Nel 1995 trasformò in un voto la promessa di amore a Gesù Crocifisso. Nel 1997 fece parte con Gabriella dei primi 100 consacrati solennemente a Gesù Crocifisso. Fu presidente del Movimento, membro del Consiglio Nazionale ed Esecutivo delegato degli AGC, presso la Consulta Laicale della Diocesi di Macerata. Dal Gennaio 2003 al settembre 2008 fu fedele collaboratore della rivista degli AGC, con 38 profili di Santi passionisti. Ha partecipato ai corsi di Esercizi spirituali presso la Madonna della Stella PG e ai primi a San Gabriele. Per me è stato un grande amico e confidente. Spesso mi mandava chi ricorreva a lui come medico, quando si accorgeva che aveva anche bisogno di un sacerdote. Anch’io spesso consigliavo di andare da lui a qualche fedele che aveva bisogno di un fidato psicoterapeuta. Per fare conoscere la sua vita interiore riporto alcune sue riflessioni degli Esercizi 1994 e 1995.
P. Alberto Pierangioli
SONO STATO CROCIFISSO CON CRISTO
Circa sessanta amici di Gesù crocifisso hanno partecipato agli esercizi spirituali predicati da p. Alberto Pierangioli, dal 16-2/1/, 1994 presso il santuario della Madonna della Stella, sul tema: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal. 2, 10), secondo la spiritualità di San Paolo della Croce, nella ricorrenza del III centenario della sua nascita. Cinque giornate, intercalate da una di deserto, piene di spiritualità, vissute nell’atmosfera di santità che sprigiona dal Santuario, in uno scenario incantevole, nella fraterna condivisione di aria e acqua pura, dell’ottima mensa, dell’amorevole accoglienza dei P.P. Passionisti. E’ stato soprattutto edificante conoscere la spiritualità di San Paolo della Croce, guidati dalla illuminata sintesi di Padre Alberto, poiché, come si sa, il santo fondatore non ha lasciato un trattato sistematico del suo pensiero, che è stato invece desunto dalle migliaia di lettere di guida spirituale. Cardine del carisma del fondatore è la passione di Gesù, definita: “La più grande e stupenda opera del divino amore”.
L’amore che guida l’uomo-Dio dalla sua incarnazione fino alla morte, deve dirigere il cammino di conversione dell’uomo dall’inizio fino alla santità. Come Cristo umiliò se stesso prendendo forma umana, l’uomo deve prendere coscienza del proprio nulla, che produce la vera umiltà, che guida alla verità e fa nascere il desiderio di immergersi nel Tutto. In questo abbraccio di amore con il suo Tutto la creatura ritrova la sua identità e la sua pace. Questo è un processo che dura tutta la vita. L’uomo deve morire a se stesso, deve rinunciare alla propria volontà, frenare le proprie inclinazioni, non essere sensibile alle suggestioni e al chiasso del mondo. Queste sono le operazioni che lo porteranno a raccogliersi tutto nel seno del Padre e pregustare la gioia del Cielo. E’ la morte mistica, che dura per tutta la vita, in maniera costante e progressiva; è denominata da San Paolo “la vita moriente” per indicarla appunto come condizione essenziale che trapasserà nella vita eterna. Crocifiggere la propria carne crea sofferenza, però nella continua ricerca della volontà di Dio, saremo sicuri di non essere ingannati e di correre diritti verso la santità. La sofferenza, per chi ama, non è disgiunta dalla gioia di essere salvati, dalla gioia di completare in noi quello che manca alla passione di Gesù, dalla gioia di essere suoi amici, dalla speranza poi di risorgere con Lui già da ora. Si avvera così la sua parola: “Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”.
Francesco Valori
NON SIAMO TORNATI A MANI VUOTE
Anche quest’anno si sono svolti dal 16 al 20 agosto 1995 gli Esercizi Spirituali per circa sessanta amici di Gesù Crocifisso, presso il Santuario di S. Gabriele, con questo motto: ”Entraci con tutto te stesso, rimani con Lui solo, per trasformarti in Lui”.
In questo cammino ci ha guidati con amore e sapienza il P. Alberto Pierangioli, sui sentieri sempre nuovi e suggestivi della Parola di Dio. La prima cosa, infatti, di cui siamo stati invitati a sbarazzarci è stata la tiepidezza, che impedisce la totale e incondizionata risposta all’amore di Dio, il quale “..ci ha predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio.”…
in un clima di fraternità e nella fragranza di santità che emana dall’urna di S.Gabriele, specie di sera quando tutti insieme, noi soli, recitavamo il Rosario intorno ad essa.
A evitare tentazioni ci ha pensato anche la pioggia, che scansava la tentazione di fare una capatina al Gran Sasso, sempre maestoso e bello, quando si liberava dalle nubi. Abbiamo compreso che”rivestirci di Cristo e trasformarci in Lui”, è un dono di Dio, ma un dono che Egli vuole fare a tutti noi. Siamo certi nella fede di non essere tornati a mani vuote; con sincerità di cuore abbiamo fatto buoni propositi, ci siamo sforzati di conoscerci e di conoscerlo di più, per poterlo amare di più.
Ringraziamo di tutto Dio, la Famiglia Passionista e in particolare la nostra guida spirituale, e… arrivederci all’anno prossimo.
Francesco Valori
Francesco è stato uno dei “vecchi” della nostra Associazione… uno di quelli dell’inizio… era molto contento quando poteva venire a Perugia, perché qui aveva studiato e sicuramente aveva molti ricordi che lo legavano a questa città. E’ stato un punto di riferimento fin dall’inizio, perché fin dall’inizio uno degli argomenti più frequentemente affrontato in ATC è stato quello della diagnosi/discernimento tra la patologia psichica e quella spirituale: gli “incerti confini”, come li chiamavamo allora, tra questi due tipi di sofferenza! Alla fine degli anni ’80, inizi anni ’90 era molto frequente incontrare nel RnS sacerdoti che attribuivano tutte le problematiche psico-fisiche al “maligno” e psichiatri/psicologici che invece tentavano di curare (con farmaci o psicoterapia o al massimo con preghiere di guarigione interiore) anche le situazioni “spirituali” serie!
Francesco aveva un ottimo equilibrio in questo e non disdegnava, umilmente, di riconoscere quando il caso non era di sua competenza! L’area della salute mentale avrebbe sicuramente tanto bisogno di terapeuti competenti ma profondamente cristiani, come appunto Francesco, in grado di affiancare sacerdoti ed esorcisti, per trovare un giusto equilibrio nell’accompagnamento! Ricordo la “sicurezza” che infondeva la sua presenza competente e ricca di esperienza nell’infermeria di Rimini, dove era facile fare errori grossolani soprattutto con soggetti psicopatici, ai tempi delle convocazioni con personaggi carismatici famosi (Padre Emiliano Tardif, Padre Dario Betancourt, ecc.). Il problema degli occhi, negli ultimi anni, impedendogli di guidare, lo costrinse ad abbandonare progressivamente gli appuntamenti dell’Associazione. ma era comunque rimasto “con noi” perché continuava a camminare con il Signore, in altro modo, con un’altra chiamata.
Moreno